Soglia del transfert. Temi strutturali nella consultazione analitica (La)

Riferimento: 9788891799234

Editore: Franco Angeli
Autore: Maiocchi Maria Teresa
Collana: Clinica psicoanalitica dei legami sociali
Formato: Libro in brossura
EAN: 9788891799234
31,00 €
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Descrizione

Il colloquio, il cum loqui, lo scambio tra parlanti - a tutt'oggi campo della clinica - da dove trae le ragioni della sua efficacia? E prima ancora, che cosa spinge chi soffre a varcare la soglia di un luogo estraneo, per prender parola sul proprio malessere, articolandolo in un discorso, di solito non senza pieghe imbarazzanti? Operazione di sincerità, il cui affronto non può mai esser dato per scontato, né da chi chiede aiuto, né da chi offre ascolto. È il punto su cui si articola questo testo: dove si radica questo prender parola? Su quali basi poggia il suo operare? Quale efficacia sperare dal flatus vocis, dal bla bla, dal solo parole con cui lo psicologo spesso viene messo all'angolo? Perché e come il parlare si lega alla relazione? È fattore efficace di cambiamento? Lo straordinario è che - malgrado il declino del credito accademico di cui la psicoanalisi oggi soffre - l'invenzione di un ascolto efficace, di una parola capace di incidere a livello del corpo, di una pratica fondata sulla funzione della parola e nel campo del linguaggio, non venga messa in questione, restando base generalizzata del lavoro dello psicologo. Non c'è angolo di un setting psicologico che non ne risenta, anche quando non sia illuminato da interrogativi che vadano a stanare i fondamenti su cui poggia, le ragioni per cui parlare e ascoltare siano strumenti di cambiamento. Interrogativi d'obbligo in una pratica scientifica. Quale valore ha potuto prendere il parlare, perfino al di là della consapevolezza dell'operatore? Quale segreto si cela nel discorso, tale da toccare l'organo? Discorso d'organo dice subito Freud... E in che modo entra in gioco l'operatore e il legame che la sua offerta crea? È qui che la pratica freudiana è stata decisiva. Con Lacan se ne possono interrogare le condizioni discorsive.