Portaerei scomparsa del generale Bonfiglietti. La portaerei progettata nel 1929 mai costruita e subito dimenticata (La)

Riferimento: 9788878015586

Editore: Jouvence
Autore: Cosentino Michele, Bonfiglietti Filippo
Pagine: 220 p., Libro in brossura
EAN: 9788878015586
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Descrizione

Il generale Bonfiglietti ebbe una storia singolare: perché la sua attività di progettista si svolse quasi tutta proprio durante il periodo storico immediatamente successivo al Trattato di Washington, dato che iniziò a sviluppare le sue idee più importanti nel 1922 e le ultimò - anche dopo aver lasciato la Regia Marina - nel 1932. Così si occupò dei progetti dei maggiori incrociatori italiani e, negli ultimi anni del suo servizio attivo, si dedicò al progetto della potenziale prima portaerei italiana, quella che ricordiamo nel nostro titolo: una portaerei della quale studiò anche quattro varianti che, secondo lui, offrivano diversi vantaggi tecnici ed economici. Tutto perfetto, salvo che nessuno di questi progetti - né il progetto principale, né quelli delle sue varianti - andarono in porto. E per questo che, nel raccontare la nostra storia abbiamo pensato di dedicare il primo capitolo proprio a questo progetto che, iniziato nel 1928, protrattosi per circa due anni, è tornato alla luce solo in tempi recenti, dopo decenni di oblio e meritoriamente valorizzato dalla rivista Storia Militare. Perché, per via della cospicua mole di documentazione ritrovata e per i dettagli del suo contenuto, rappresenta il primo sforzo serio e completo in materia di portaerei, mai intrapreso dagli organi tecnici della Regia Marina in un momento storico caratterizzato da contrasti, incertezze, indecisioni e scelte dottrinarie circa l'esistenza, l'articolazione organica e il concetto di operazioni di un'aviazione navale italiana. A questo capitolo abbiamo fatto seguire quello relativo al ruolo di Bonfiglietti nella progettazione degli incrociatori realizzati in Italia in quel periodo, anch'essi nell'ambito del Trattato di Washington: gli incrociatori pesanti da 10.000 ton, che per quindici anni rappresentarono la spina dorsale della Regia Marina, prima di essere messi in secondo piano dalle corazzate costruite nella seconda metà degli anni Trenta, quando l'Italia non partecipò al secondo Trattato di Londra per riacquistare la propria libertà di manovra.