Napoli e la cultura architettonica internazionale (1974-1991). Mostre e convegni

Riferimento: 9788884976598

Editore: CLEAN
Autore: Castagnaro Alessandro
Collana: Napoli e la Campania
Pagine: 415 p., Libro in brossura
EAN: 9788884976598
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Descrizione

Questo volume intende documentare un evento culturale lungo oltre un decennio, a partire dal 1974, nato dall'iniziativa e dall'opera di Camillo Gubitosi e Alberto Izzo, due professori della Facoltà di Architettura dell'Università "Federico II" di Napoli, che organizzarono in quell'arco temporale quindici importanti mostre su alcuni dei più significativi maestri dell'architettura del Novecento: Le Corbusier, Walter Gropius, James Stirling, Louis Kahn, Frank Lloyd Wright, l'architettura di Chicago, i Five Architects, Marcel Breuer, Van den Broek e Bakerna, Eduardo Catalano, Paolo Soleri e Pietro Belluschi, chiudendo con un'importante mostra su Richard Meier in occasione della Laurea "Honoris Causa" conferitagli dalla Federico II nel 1991. Visitate da un folto e interessato pubblico, le esposízioni si tennero nei luoghi più rappresentativi della città, da Castel Nuovo a Palazzo Reale, da Santa Maria La Nova a San Demetrio e Bonifacio a istituti di cultura stranieri, e furono accompagnate da conferenze, convegni, tavole rotonde e dibattiti oltre che da cataloghi ormai rari. Il libro, in una parte a carattere antologico, riporta i testi di Gubitosi e Izzo e, con una accurata selezione critica, quelli dei maggiori protagonisti che hanno fornito autorevoli contributi con letture storico-critiche descrittive dell'evento e del dibattito teorico di quel momento storico: Bruno Zevi, Christian Norberg-Schulz, Manfredo Tafuri, Giovanni Klaus Koenig, Mario Manieri Elia, Vittorío Magnago Lampugnani ed esponenti della scuola napoletana tra cui: Renato De Fusco, Cesare de Seta, Filippo Alison, Aldo Loris Rossi, Roberto Mango, Antonio D'Auria, Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo. Il volume vuole, pertanto, rappresentare una ricognizione storiografica di un periodo caratterizzato non solo da "continuità e crisi", ma anche dalla perdita di quei modelli che fino a pochi anni prima costituivano l'inviolabile guida culturale e progettuale per le Facoltà di Architettura italiane e internazionali.