Dat: da legge a fede. Le vicende di un termine costitutivo

Riferimento: 9788892144330

Editore: Giappichelli
Autore: Melamed Abraham
Collana: Judaica. Studi e ricerche di cultura ebraica. Sezione giuridica
Pagine: 256 p., Libro in brossura
EAN: 9788892144330
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Descrizione

Questo libro tratta dell'evoluzione e della pluralità di significati attribuiti alla parola di origine persiana dat, entrata in uso nella lingua ebraica con il significato di legge a partire dalla Meghillat Ester. Relativamente marginale nel Talmud, tale parola acquisirà centralità a partire dal Medioevo, subendo tuttavia un progressivo mutamento di senso. Utilizzata per designare la legge nella sua accezione generale, comprensiva tanto della legge rivelata quanto di quella umana, dat ricorrerà nella letteratura ebraica medievale quale sinonimo, al contempo, di Torah e di nimus (calco da nomos) per poi invece designare, in accordo a una tesi apparsa nel tardo Medioevo, esclusivamente la legge positiva. Con l'inizio dell'epoca moderna si assiste a un nuovo rivolgimento semantico - dovuto al significato che il cristianesimo aveva attribuito alla parola latina religio - che troverà il suo apice con l'Haskalà allorché con dat si intenderà religione denotando non più la legge ma la fede: i termini dat, Torah e nimus, prima sovrapponibili, acquisiranno ora significati distinti. Ai nostri giorni la parola dat ha assunto dei contorni amorfi, venendo impiegata per designare fenomeni eterogenei, anche privi di riferimento teologico. Tali mutamenti semantici restituiscono il rivolgimento che ha interessato l'ebraismo moderno, passato dall'essere una religione basata sulla legge a una religione basata sulla fede.