Storia e origini della fotografia. Dalla camera oscura alle conseguenze dell'annuncio di Daguerre (1500-1839)

Riferimento: 9788832747287

Editore: Il Convivio
Autore: Manitta Guglielmo
Pagine: 384 p., Libro in brossura
EAN: 9788832747287
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Descrizione

Il volume ripercorre la storia dell'invenzione della fotografia attraverso la revisione e lo studio di una vasta quantità di fonti dell'epoca. Il germe di questa tecnica si rintraccia nella camera oscura, lo strumento perfezionato nella prima età moderna che può definirsi l'antenato dell'attuale macchina fotografica. All'inizio del Seicento sono state individuate le proprietà fotosensibili dei sali d'argento, una conoscenza maturata definitivamente nel corso del XVIII secolo, grazie agli studi di Schulze, Meyer, Beccari, Scheele, Senebier. Con una crescente padronanza nella fotochimica, è emerso parallelamente il desiderio e il sogno di realizzare immagini su un supporto materiale sfruttando l'azione della luce. Dopo il fallimento di Thomas Wedgwood, l'impresa impossibile fu raggiunta negli anni '20 dell'Ottocento dal francese Nicéphore Niépce: fu infatti il primo a realizzare immagini stabili con la camera oscura. Non svelò nulla e dopo lunghe trattative avviò una collaborazione segreta con il connazionale Louis Daguerre, con l'obiettivo di migliorare quella invenzione ancora imperfetta. Quest'ultimo, dopo l'improvvisa morte del socio, sviluppò un procedimento innovativo e ben più efficiente, che battezzò con il nome di daguerréotype. Finalmente nel 1839 i tempi furono maturi per poter rivelare ufficialmente l'invenzione al «mondo intero». L'annuncio sorprese chi da tempo stava conducendo esperimenti nel medesimo settore (è il caso dell'inglese Fox Talbot) e invogliò altri a proporre nuovi metodi alternativi, tra cui Bayard, Herschel, Ponton, Breyer. La relativa praticità e la migliore definizione del dagherrotipo sancirono una rapida diffusione della fotografia nelle più disparate regioni del globo, Italia compresa.