Il flow e il modello S.F.E.R.A. applicato al biliardo a stecca. Psicologia dello sport

Riferimento: 9791221810691

Editore: Aracne (Genzano di Roma)
Autore: Lamona Luigi
Collana: Il podio
Pagine: 92 p., Libro in brossura
EAN: 9791221810691
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Descrizione

Nell'opera è sottolineata la correlazione esistente tra l'applicazione del modello S.F.E.R.A. (Sincronia, Punti di Forza, Energia, Ritmo, Attivazione), e il flow, al fine di ottenere performance sportive migliori, in particolare nell'ambito del biliardo a stecca. Il flow-state rappresenta uno stato alterato della mente che permette all'atleta di cambiare la propria auto percezione e del mondo circostante: nello stato di flow tutto funziona in modo meraviglioso, automaticamente piacevole e si è concentrati solo sull'obiettivo. L'applicazione del modello S.F.E.R.A. rappresenta da una parte l'attivatore-propulsore verso il flow e dall'altra uno strumento di verifica costante di tale processo. Gli psicologi dello sport, pionieri della disciplina, ebbero l'intuizione di considerare la neonata scienza psicologica non solo come strumento per la cura, ma anche come supporto al miglioramento delle prestazioni sportive. Analizzando la storia del biliardo a stecca, viene evidenziato come si sono evoluti gli strumenti di gioco e il modo in cui tante persone si sono appassionate ad esso nel corso dei secoli. Il biliardo infatti si diffuse inizialmente all'interno dei ceti sociali più alti, per poi divenire popolare. Le teorie di riferimento descritte forniscono un grande supporto e pongono al vertice dell'osservazione il funzionamento del cervello umano. L'Autore evidenzia come il pensiero logico-matematico e quello laterale-creativo non siano in antitesi, anzi rappresentino aspetti funzionali per una prestazione di alto livello. Ciò che viene descritto in precedenza trova ora il suo campo di applicazione, attraverso la descrizione di un processo di avvicinamento alla competizione organizzato per gradi. Successivamente sono presentati una serie di strumenti che l'atleta può fare propri in allenamento, per migliorare la propria competitività. Alcuni di questi sono stati utilizzati e testati dall'atleta e Istruttore Federale Riccardo Barbini. In conclusione è descritta l'antifragilità come atteggiamento necessario per tendere all'eccellenza: l'atleta resiliente riamane saldo nelle difficoltà ma fragile e non si evolve. Colui che vede nelle difficoltà occasioni di crescita verso nuove conquiste, è antifragile.