Novelliere campagnuolo

Riferimento: 9788829721139

Editore: Marsilio
Autore: Nievo Ippolito, Turchi R. (cur.)
Collana: Letteratura universale
Pagine: 784 p., Libro in brossura
EAN: 9788829721139
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Descrizione

Quando Ippolito Nievo nella primavera del 1855 si dedicò al romanzo «contadinesco» (Il Conte Pecorajo) e al racconto campagnolo il genere era praticato da oltre un decennio. Vi lavorò con originalità e nell'intento di distinguersi in primo luogo da Giulio Carcano condusse una sperimentazione vigile misurandosi con i maggiori modelli letterari, tenendo aperto il confronto con i lettori e con i periodici. Esordì su «La Lucciola» di Mantova con La nostra famiglia di campagna, un testo programmatico che affronta la grande questione del distacco tra le classi superiori cittadine e le plebi rurali, ostacolo al percorso di unificazione nazionale, e al tempo stesso funziona da serbatoio di temi e di strutture narrative. Nel giro di poco tempo seguirono altri racconti, alcuni divenuti celebri come Il Varmo e i filò di Carlone, vecchio bifolco di Fossato. Ambientati nel vasto paesaggio della pianura mantovana e in quello più vario del Friuli, preannunciano in molte pagine il Nievo maggiore, quello delle Confessioni d'un Italiano e di Rivoluzione politica e rivoluzione nazionale. Lo scrittore avrebbe voluto pubblicare in volume i racconti, ma sono stati gli studiosi a riunire le sue «novelle campereccie» includendo o escludendo dal novero Le Maghe di Grado e La corsa di prova (originariamente L'uomo fa il luogo e il luogo l'uomo). Della discussione si dà conto nel saggio introduttivo dove si spiegano, tra l'altro, anche le ragioni della scelta operata per questa edizione nazionale.