Scuola distrutta. Trent'anni di svalutazione sistematica dell'educazione pubblic

Riferimento: 9788857560281

Editore: Mimesis
Autore: D'Errico Stefano
Collana: Eterotopie
Pagine: 640 p., Libro in brossura
EAN: 9788857560281
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Descrizione

Dalla carta dei servizi dell'industriale Lombardi (ministro nel 1995), con lo studente-cliente e le lettere anonime per valutare gli insegnanti, tutto è diventato normale. Normale, con Berlinguer, pareggiare lacune in matematica con crediti in educazione motoria, la Gelmini che s'inventa un tunnel dei neutrini dall'Aquila alla Svizzera e la Fedeli, diplomata con un titolo triennale. Legittimo valutare gli studenti con quiz che trasformano la battaglia di Azio nella battaglia di Anzio o che i genitori aggrediscano gli insegnanti senza venir denunciati. Che il Ministero neghi i dati sul burn out e contra legem non faccia prevenzione, mentre faccia valutare i docenti da presidi mai formati o valutati e vieti gli scioperi più che nelle unità coronariche. Giacché per l'istruzione investono meno di noi solo Slovacchia, Romania e Bulgaria, con l'80% degli istituti fuori-norma sulla sicurezza e l'obbligo più basso d'Europa, si punta sul liceo scientifico a quattro anni e senza il latino. Un terzo degli insegnanti di sostegno non è specializzato. Il codice deontologico dell'istruzione pubblica è stato scritto da un cardinale. S'impedisce solo ai sindacati di base il diritto di assemblea durante le elezioni per la rappresentatività e s'impone a tutti i pensionati l'iscrizione ai sindacati di partito. Una riforma chiamata Buona Scuola demansiona abilitati per latino e greco a far supplenze nelle primarie, e destina un professore di matematica dove ne serve uno di lettere. I docenti sono relegati nel pubblico impiego ove gli aumenti contrattuali non possono superare l'inflazione programmata, retribuiti al livello più basso della UE e la metà dei coreani. Così è stata distrutta la scuola. Introduzione di Pino Aprile.