Sangue di Dio. Cosa unisce Imhotep, Mengele e una multinazionale di biotecnologie (Il)

Riferimento: 9788831469920

Editore: Rossini Editore
Autore: Finiguerra Angelo
Pagine: 392 p., Libro in brossura
EAN: 9788831469920
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Descrizione

Imhotep, il Gran Visir del faraone Djoser, nel 2650 a.C. fece una scoperta eccezionale che riportò su un papiro. Lo sigillò all'interno di un contenitore in legno, una specie di scettro. Alla morte del faraone lo nascose nel sarcofago all'interno della piramide a gradoni di Saqqara. Nel 1821 Girolamo Segato insieme al Barone Heinrich Menu von Minutoli entra nella piramide, trova il reperto e convinto dal prussiano, lo vende a Bernardino Drovetti. Il reperto fa parte della collezione del Drovetti esposta al museo Egizio di Torino dal 1824. Nel 1927 il vicedirettore della biblioteca del museo Gianluigi Moffa, amico del gerarca fascista Cesare Maria De Vecchi, rubò questo scettro. Accidentalmente si ruppe facendo venire alla luce il papiro nascosto da 4 millenni. Per la traduzione, qualche anno dopo, il testo venne spedito al dipartimento di egittologia dell'università di Berlino, diretto dal simpatizzante nazista il professor Hermann Grapow. La traduzione che ne seguì interessò molto Heinrich Himmler che costituì una squadra composta dal farmacologo Otto Loewi, Nobel della medicina per aver scoperto la funzione di neurotrasmettitore dell'acetilcolina, dal professore Otmar von Verschuer e dal suo allievo Mengele, per realizzare ciò che era riportato sul papiro. Geremia Nussbaum, un biologo deportato ad Auschwitz che lavorò con il Mengele, a fine guerra andò in Israele con le carte di questo progetto e fondò una ditta farmaceutica. Nel 2015 sua nipote Yehoudith Nussbaum agganciò Pete J Ravasi, direttore del centro trasfusioni del Zuckerberg San Francisco General Hospital e...