Pasolini contro Calvino. Per una letteratura impura

Riferimento: 9788833910611

Editore: Bollati Boringhieri
Autore: Benedetti Carla
Collana: Temi
Pagine: 203 p., Libro in brossura
EAN: 9788833910611
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Descrizione

Attraverso un confronto non imparziale tra i due autori più rappresentativi della letteratura italiana della seconda metà del Novecento, il saggio affronta con forte impegno critico il problema generale del ruolo della letteratura in un'epoca che sembra darne per scontato l'esaurimento. Entrambi alle prese con la crisi della modernità e con il «crollo delle poetiche», Calvino e Pasolini incarnano due diversi esiti del postmoderno in Italia: uno edulcorato e perfettamente integrato nell'istituzione letteraria; l'altro decisamente in conflitto con essa. Sintetizzando l'evoluzione complessa dei due autori, si tratta da una parte, del chiudersi nella dimensione tutta letteraria della variazione stilista e dell'«effetto di apocrifo» - che è l'esito lucidamente scelto da Calvino, in definitivo omogeneo con la tradizione delle patrie lettere. Dall'altra c'è invece l'uscita drammaticamente paradossale dal «recinto della letteratura», fin quasi a realizzare il cortocircuito di vita e opera nella performance della propria morte. Per l'«impurità» che Pasolini introduce nel gioco letterario, alcuni dei maggiori critici odierni lo espellono dal mondo della poesia, negando la qualità della sua opera. Senza chiudersi nella controversia, il libro reagisce a questa espulsione in nome di un'idea di letteratura più inquieta e aperta al possibile.