Haiku per la gentilezza. Chi l'ha detto che non siamo poeti?

Riferimento: 9791259782137

Editore: Il Ponte Vecchio
Collana: Juvenilia
Pagine: 40 p., Libro rilegato
EAN: 9791259782137
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Descrizione

Come scrivono le insegnanti nella loro presentazione, gli alunni della classe 3aB della scuola primaria di Villamarina, ogni mattina, iniziano la giornata scolastica scrivendo un haiku della gentilezza, presto resi persuasi di aprire in tal modo la giornata con un momento di buoni sentimenti e di buoni auspici. Forse ancora non del tutto consapevoli di come la parola inviti alla scoperta del mondo e della vita, sono stati per certo conquistati dalla bellezza del gioco, cui la metrica chiusa dell'haiku immediatamente conduce: perché in quei tre versi brevi (un settenario e due quinari) occorre imprigionare e esprimere un pensiero dotato di senso, rendere esaustivo il messaggio, a dispetto della brevità. L'invito all'haiku è innanzitutto per questo una felice invenzione pedagogica: educa senza parere al rigore della parola, pretende che se ne pesi il valore, vieta la dissipazione, alimenta la ricerca del termine esatto e perspicuo; e se poi nel gioco delle sue 17 sillabe - una brevità assai idonea all'infanzia - il piccolo scrittore viene anche chiamato a dar conto di un costume prezioso del vivere, quello della gentilezza, allora l'haiku si fa anche occasione di un processo educativo vòlto alla comprensione, al rispetto, al sentimento fraterno della nostra unanimità. Senza contare che nell'esperienza di una precoce ricerca di poesia può maturare nel bambino un amore per la parola che non lo abbandonerà mai più. Non a caso - testimoniano le insegnanti - «i bambini si sono dimostrati affascinati dall'impianto poetico» al cui uso sono stati avviati [Roberto Casalini].