Flatus vocis. Poesie in prosa

Riferimento: 9788895880983

Editore: Leonida
Autore: Armani Giuseppe
Collana: Poesia
Pagine: 100 p., Libro in brossura
EAN: 9788895880983
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Descrizione

Il titolo della silloge riprende il sintagma Flatus vocis che per Roscellino di Compiègne (1050?-1120?), che diede origine alla disputa sugli universali negandone una qualche realtà, è la fisicità della parola, il suono cui si riducono generi e specie. In opposizione alla tradizione platonica e neoplatonica, per Roscellino generi e specie (gli universali) non esistono se non in forma di parole (Voces) o emissioni verbali (Flatus vocis appunto) mentre la realtà o sostanza risiede solo nel particolare. Pietro Abelardo (1079-1142), come il suo maestro Roscellino, ritiene che gli universali (generi e specie) siano parole ma distingue l'emissione della voce (Vox), che è una cosa, dalla parola propriamente detta o parola significante (sermo). Per Pietro Abelardo la parola significante è ciò che rimane una volta che la voce (Curcus vocis) è tolta: la parola allora è significante (Tenor aeris) e in quanto sermo introduce alla significazione che viene colta come un fascio di relazioni (Status) tra cose (soggetti e predicati nella proposizione) e non cose singole significate. Un modo di essere e non un'essenza. (dall'Introduzione a cura di Giuseppe Armani)