Badia di San Fedele e il beato Torello da Poppi. Storie di santità, di superstizione e di magia (La)

Riferimento: 9788875421830

Editore: Aska Edizioni
Autore: Pasetto Francesco
Collana: Storia locale
Pagine: 344 p., Libro in brossura
EAN: 9788875421830
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Descrizione

Il deserto, l'eremo e il chiostro furono i luoghi in cui si ritirarono i primi monaci. La loro scelta venne giudicata fuga mundi, distacco dal mondo: una specie di morte civile. Ma presto i monasteri divennero centri di vita culturale, economica, sociale, oltre che religiosa. E i Signori, avendoli adottati come strumenti insostituibili di governo del territorio, li dotarono di ogni genere di beni. All'inizio del secolo XIV, l'abate Francesco, l'ultimo a essere eletto dalla sua comunità di San Fedele in Poppi secondo l'antica Regola, fece col Piovano di Stia convenzione di dare 4 staia di grano e 4 di segale, e il Piovano fusse tenuto forzare, anco con la Censura ecclesiastica, quei delle Alpi di Porciano e di Papiano a pagare le decime. L'autore di questa storia della Badia di San Fedele e del Beato Torello da Poppi apprezza l'ammonimento del filosofo Spinoza: Non ridere, non lugere, neque detestari, sed intelligere. Volendo perciò essere obiettivo, basa la ricostruzione degli avvenimenti sulle inedite Ricordanze della millenaria abbazia casentinese e su altre fonti scritte e non scritte.