Guercino. Il mestiere del pittore

Riferimento: 9788857252452

Editore: Skira
Autore: Bava A. (cur.), Spione G. (cur.)
Collana: Arte moderna
Pagine: 240 p., Libro in brossura
EAN: 9788857252452
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Descrizione

Inserito nel contesto di grande attenzione e di rinnovati studi sull'opera e la figura di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666), il volume ripercorre l'attività e l'arte di questo grande protagonista del panorama artistico italiano della prima metà del Seicento e, parallelamente, approfondisce quella che fu la professione del pittore a quel tempo, le sfide del mestiere, i sistemi di produzione, le dinamiche del mercato e delle committenze, i soggetti più richiesti. Guercino, grazie a una strutturata bottega e alla ricchissima documentazione lasciata, alla rete di mentori e intermediari, ai rapporti con tanti e diversi committenti - richiesto come fu da borghesi, nobili, pontefici e prelati, ma anche dalle più prestigiose corti europee - diventa l'exemplum perfetto della vita, dell'iter creativo e del mestiere di ogni pittore. A partire dal significativo nucleo di dipinti e disegni appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, oltre cento opere del maestro emiliano e di artisti coevi come i Carracci, Guido Reni e Domenichino (provenienti dai più importanti musei e collezioni di tutta Europa) danno vita a un affascinante affresco del sistema dell'arte nel Seicento, guidati dal talento di quel gran disegnatore e felicissimo coloritore; un mostro di natura e miracolo da far stupire chi vede le sue opere che fu Guercino, secondo la definizione che ne diede Ludovico Carracci, annoverandolo fin dai suoi esordi entro la cerchia esclusiva degli artisti dotati di qualità fuori dal comune. Un racconto, articolato in dieci sezioni tematiche - tra confronti, parallelismi, testimonianze - che ripercorrono l'attività e l'arte di Guercino, dalla sua formazione alla piena maturità grazie a capolavori di primo piano, a dipinti inediti e alle tele che permettono lo straordinario ricongiungimento, dopo quattrocento anni, del celebre ciclo di dipinti commissionati a Bologna da Alessandro Ludovisi, futuro papa Gregorio XV.